siamo già arrivati a metà strada della SepTubeAThon2015, la reading challenge tutta italiana ideata da Spiccycullen e Misstortellino, di cui ho già parlato qui.
Devo ammettere di essere un po' indietro... ho iniziato a leggere quattro dei cinque libri prescelti ma ne ho terminato solo uno. Vedremo se riuscirò ho recuperare nell'ultima settimana di lettura.
Nel frattempo però ho deciso di recensire il primo libro completato.
Titolo: L'Importanza di Essere Onesto
Autore: Oscar Wilde
Editore: Newton Compton
Anno di pubblicazione: 2014 (1895)
Pagine: 128
Prezzo di copertina: € 1.90
Trama considerato da molti il capolavoro teatrale di Oscar Wilde, questa "commedia frivola per persone serie" ritrae un arguto e pungente scorcio dell'aristocrazia inglese, un mondo dove la forza degli individui risiede in quello che dicono e non in quello che fanno, nel blasone e non nelle idee. Ernesto (Onesto) è l'uomo che tutte le dame - e non solo - vorrebbero avere.
Cosa ne penso
Il caro Oscar è uno dei miei autori classici preferiti. Avevo letto brani de L'Importanza di Chiamarsi Ernesto (io appoggio questa traduzione del titolo a differenza della Newton Compton) ai tempi della scuola durante le lezioni di letteratura inglese. Dato che sono trascorsi un bel po' di anni, ho deciso di rileggerlo in questa edizione super economica.
Si tratta di una commedia teatrale divisa in tre atti, messa in scena per la prima volta nel 1895, che a quanto pare ha avuto un grandissimo successo di pubblico ma è stata accolta un po' freddamente dalla critica dell'epoca.
I due protagonisti, Giovanni e Agenore nella traduzione italiana, si innamorano rispettivamente di due dame, Guendalina e Cecilia; ma scoprono subito che entrambe le ragazze non potrebbero mai sposare un uomo che non si chiami Ernest, la cui pronuncia in inglese è assonante ad earnest (= serio, onesto, sincero). Le protagoniste femminili sono così vacue nel loro romanticismo infantile da credere che un tale nome possa appartenere solo ad un persona che sia appunto earnest. Si scopre ben presto che i due gentiluomini non hanno nulla di onesto e, anzi, hanno inventato un fratello ed un amico inesistenti per evadere dai propri doveri l'uno in campagna e l'altro in città.
Il 'quartetto' è contornato da altri personaggi secondari. I miei preferiti sono Lane, il maggiordomo di Agenore, che a mio parere nelle sue poche battute sfodera un'ironia spettacolare, e Lady Bracknell, la madre di Guendalina, prototipo dell'aristocrazia bigotta e chiusa dell'epoca, che sfodera alcune riflessioni e convinzioni tanto assurde da essere divertentissime.
Vi posso dire che ho riso dall'inizio alla fine - Wilde fa numerosi riferimenti satirici alla società virrotiana e ad avvenimenti politici e sociali contemporanei. Nonostante siano trascorsi più di cento anni, l'ironia e la satira di Wilde rimangono attualissimi.
Oltre che per il dipanarsi perfetto della trama, considero quest'opera di Wilde un capolavoro stilistico, denso di battute sferzanti e ironiche.
Voto
Cari elfi e fate, cosa ne pensate di Oscar Wilde, avete mai letto questo classico? So che ci sono pareri contrastanti su di lui, quindi sono curiosa di conoscere la vostra opinione :)
Un abbraccio dalla vostra Amy
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